Ingresso di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860 |
Il pacifico ingresso dei garibaldini a Napoli
“Francesco
II di Borbone, dopo i primi successi garibaldini in Sicilia, nell’intento di
avviare un indirizzo più democratico che valesse a salvargli il Regno, nominò
Romano (nel frattempo rientrato a Napoli grazie a un’amnistia) prima prefetto
di Polizia e quindi ministro dell’Interno. Il vecchio liberale, tuttavia, si mise
segretamente in contatto con Garibaldi e Cavour, contribuendo invece al crollo
del regime che egli stesso rappresentava.
Il
pacifico ingresso dei garibaldini a Napoli, infatti, fu realizzato sotto la
tutela della polizia locale, estemporaneamente riformata e costituita
essenzialmente dai “lazzari” e dai camorristi di Salvatore De Grescenzo (capo
riconosciuto della camorra napoletana, noto come Tore ‘e Crescenzo), criminali
appositamente inquadrati e stipendiati in “una
sorta di guardia di pubblica sicurezza”, come lo stesso Romano definì
l’iniziativa nelle sue memorie.
Dopo
aver convinto il sovrano Francesco II a lasciare la città per evitare
spargimenti di sangue, Liborio Romano pochi giorni dopo (il 7 settembre 1860)
giunse in carrozza nel centro di Napoli al fianco di Giuseppe Garibaldi, nel
frattempo nominato “dittatore” da re Vittorio Emanuele II. Il tutto avvenne
sotto il controllo attento della Camorra”.
Mario
Mori, Servizi Segreti - Introduzione allo
studio dell’Intelligence, G-Risk Edizioni, Roma 2015, pag. 106
Generale Mario Mori |
Mario Mori
Postumia Grotte 1939 -
Generale dei Carabinieri
Ufficiale
nel controspionaggio del SID italiano durante i difficili anni Settanta, è
cresciuto nei nuclei speciali antiterrorismo del Generale Carlo Alberto Dalla
Chiesa. È fondatore del ROS dei Carabinieri, nonché promotore di innovative
tecniche investigative. Generale dei Carabinieri, è stato direttore del SISDE e
Prefetto della Repubblica italiana.