Foto pubblicate da Area Locale nel 2006 |
giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
martedì 29 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
domenica 27 gennaio 2013
Antonio Audia - La formica
Antonio Audia in una foto By Ros |
La formica birichina,
ruba il grano al contadino.
Con l’amica fa a gara
nella buca di portare
i buoni chicchi da mangiare.
Instancabile, l’estate,
ordinata ed accurata,
agisce bene in società.
All’inverno lei pensa
quando il vento infuria forte
e alla grandine e al gelo
deve chiudere la porta.
Ma al risveglio primaverile
ecco il grano fare il giglio!
Poverina la formichina!
Come fare a far capire
che gran rubato
non fa farina?
Antonio Audia, Spissole, Maragraf, Roccabernarda (Kr),
1998, pag. 80.
venerdì 25 gennaio 2013
Massime e aforismi - Toro Seduto
"Quando taglierete l'ultimo
albero,
pescherete l'ultimo pesce,
avvelenerete l'ultimo fiume,
vi accorgerete che il denaro non si può
mangiare"
Toro Seduto
(Tatanka Yotanka)
Grand River 1831 – Fort Yates 1890
Capo tribù dei Sioux Hunkpapa
giovedì 24 gennaio 2013
mercoledì 23 gennaio 2013
Calabria da scoprire
martedì 22 gennaio 2013
lunedì 21 gennaio 2013
domenica 20 gennaio 2013
Articolo di Manlio Rossi-Doria, sull’indagine svolta a Scandale
Scandale 1955 - Manlio Rossi-Doria e il
Dottor Rocco Mazzarone in via Roma
|
Studio
di una comunità rurale interessata alla riforma agraria: Scandale, in provincia
di Catanzaro.
La
relazione conclusiva, nella sua stesura provvisoria presentata all’ente
committente [UNESCO], tentò di dar conto, nel miglior modo possibile, delle
indagini svolte, anche se fu lasciata aperta la possibilità di fornire,
successivamente, ulteriori informazioni.
Una
prima conclusione fu senz’altro quella secondo cui Scandale era una tipica
espressione di quella realtà meridionale nella quale minori sembrano essere le
possibilità di sviluppo di una più ricca agricoltura e nella quale, perciò,
l’imponente aumento della popolazione agricola verificatosi negli ultimi
decenni ha aperto una crisi che (sulla base delle risorse attualmente
disponibili in loco) è di fatto irresolubile. Sembrò di potersi concludere che
la stessa riforma fondiaria (nonostante i sui benefici effetti) era stata
investita da questa crisi, riproponendosi, così, l’antico problema
dell’equilibrio tra risorse naturali e forze di lavoro. Quello stesso problema,
cioè, che aveva nel passato trovato un certo sfogo nell’emigrazione e che,
quindi, avrebbe potuto ancora trovarlo in futuro in un più organizzato esodo
rurale. Quanto, invece, alla congruità o meno degli indirizzi nell’intervento
della riforma, alla partecipazione ad essi degli assegnatari ed alle
aspirazioni di questi si rivelò che:
a)
gli indirizzi tecnici seguiti sembrano in aperta contraddizione con l’ampiezza
ed il carattere delle nuove aziende contadine;
b)
stante questa situazione, non vi era alcuna partecipazione degli assegnatari
all’esecuzione dei lavori (il che non era stato neppure richiesto) ed anzi era
del tutto mancata la loro approvazione e comprensione fino al punto di
determinare una precisa azione di disturbo o di almeno parziale distruzione del
già fatto;
c)
sebbene ignoranti e bisognosi di aiuto, i contadini dimostrarono di avere le
idee chiare ed aderenti alla realtà di quelle che avevano guidato
l’impostazione dei tecnici nell’utilizzazione di quei terreni. Così, per
esempio, nella maggior parte dei terreni (che erano di natura argillosa e ad
andamento collinare in ambiente prettamente arido) i contadini continuavano a
vedere unicamente possibile una cerealicoltura estensiva e perciò stesso
avevano accolto con estremo favore l’introduzione dei trattori da parte
dell’Ente Riforma.
Sostanzialmente
diverse, a loro volta, le conclusioni relative alle zone più suscettibili di
essere trasformate (più di 600
ettari , interessanti circa 150 poderi) per le quali
sembrò essere assicurato un avvenire più prospero basato su un’agricoltura più
ricca e più varia, con un vitale insediamento delle famiglie in campagna e,
quindi, con differenti prospettive. Per questo, però, si sarebbe resa
indispensabile una buona assistenza tecnica e creditizia nonché un’adeguata
organizzazione per il collocamento o la trasformazione dei prodotti. Su tutto il
rimanente delle terre restava valido il giudizio espresso dai vecchi
agricoltori e dai nuovi contadini: non essere, cioè, economicamente conveniente
altra destinazione che non fosse quella della cerealicoltura meccanizzata,
accompagnata dal progressivo ritorno al pascolo ed all’allevamento delle pecore
sulle terre più povere e scoscese.
Ma
ciò sarebbe stato possibile solo se (come si è già detto) fosse stata
realizzabile una certa emigrazione da Scandale tale anche da determinare la
formazione di unità fondiarie più larghe nelle quali poter stabilizzare delle
imprese contadine con ordinamenti produttivi estensivi e meccanizzati. Risultò,
in altri termini, la coesistenza, a Scandale, di un settore stabile e di
un altro instabile nella sua agricoltura; condizione, questa, che determinava
una continuazione dello stato di crisi del paese e di quella popolazione. Al
fine di attenuare i più gravi aspetti della miseria e della disoccupazione nel
paese e, nello stesso tempo, di preparare un più solido equilibrio per
l’avvenire si pensò di poter indicare alcune direzioni entro le quali operare
con modestia di mezzi e persistenza di azione:
a)
consolidamento del nucleo stabile sulle terre irrigabili ed alberabili;
b)
miglioramento qualitativo della cerealicoltura meccanizzata sulle terre
argillose non trasformabili, reinserendo in esse gradualmente le colture
sarchiate miglioratrici (fava) e le foraggere;
c)
acquisto e progressiva piantagione di tutte le terre alte adatte all’olivo,
alla frutticoltura ed alla vite;
d)
organizzazione cooperativa del credito di esercizio e di miglioramento;
e)
partecipazione con proprie cooperative di lavoro alle sistemazioni montane od
in zone vicine;
f)
miglioramento dell’abitato del paese e della rete stradale campestre eseguito
dagli stessi contadini, valendosi di mutui di favore e di contributi statali;
g)
istruzione elementare, post-elementare e professionale diretta alla
preparazione dei giovani all’emigrazione.
A
distanza di anni la ricerca andrebbe ripresa al fine di controllare cosa è
avvenuto in questo periodo e, quindi, valutare, meglio di quanto non poté
essere fatto a quell’epoca, gli effetti della riforma.
Cfr. Manlio Rossi-Doria, Studio di una comunità rurale interessata
alla riforma agraria: Scandale, in provincia di Catanzaro, Bollettino delle
ricerche sociali, Anno I, n°3-4, maggio-luglio 1961.
venerdì 18 gennaio 2013
Curiosità - Carpe diem
Il giocatore della Roma Francesco Totti |
Carpe diem
Letteralmente “Cogli il giorno”,
normalmente tradotta in “Cogli l’attimo”, anche se la traduzione più
appropriata sarebbe “Vivi il presente”. È una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio.
Molto tempo fa, giornalisti sportivi
dissero Carpe diem al giocatore della
Roma Francesco Totti, che rispose: “Ce lo sapete che non so l’inglese”.
giovedì 17 gennaio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
E Boccaccio disse...
“Solo la miseria è senza invidia”
Giovanni Boccaccio
Certaldo (Firenze) 1313 – Certaldo 1375
Scrittore
martedì 15 gennaio 2013
lunedì 14 gennaio 2013
domenica 13 gennaio 2013
Dicono di noi
Scorcio di Scandale in un quadro del pittore Alberto Elia |
COMUNE DI SCANDALE
Centro di pianura, di antiche origini,
con un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura, cui si affiancano
modeste iniziative industriali e terziarie. Gli scandalesi, che presentano un
indice di vecchiaia inferiore alla media, risiedono per la maggior parte nel
capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerose
case sparse e le località Foresta, Parrera, Timperosso e Via Provinciale. Il
territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di
altitudine: si raggiungono i 382 metri di quota. L’abitato, con la parte
vecchia ancora intatta e raccolta intorno ad alcuni slarghi, è immerso in una
suggestiva cornice paesaggistica; interessato da una forte crescita edilizia,
ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma
comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia
l’immagine di un vescovo, raffigurato nell’atto di benedire.
STORIA
Sorta in una zona abitata fin da tempi
remoti, come testimoniano la necropoli preellenica e altri reperti
archeologici, di età preistorica e protostorica, rinvenuti nei suoi dintorni,
in passato si è chiamata Gaudioso. Il toponimo riflette probabilmente un
elemento antroponimico, che può essere riportato al greco “skandàle”, avente il
significato di ‘molla’. A lungo casale di Santa Severina, appartenne a diversi
signori. Possedimento dei conti di Catanzaro fino alla seconda metà del XV
secolo, passò poi alle nobili famiglie dei Carafa, dei Ruffo di Scilla e dei
Grutter. Tornata ai Borboni, al termine della parentesi napoleonica, fu annessa
all’Italia unita, insieme al resto della regione, partecipando alle successive
vicende nazionali e internazionali. Sotto il profilo storico-architettonico
interessanti sono: la chiesa matrice di San Nicola di Bari, di origine
settecentesca, contenente pregevoli statue processionali; la chiesa della
Santissima Addolorata; il palazzo dei baroni Drammis, con soffitti ricoperti da
tessuti decorati; le case della famiglia Bonanno; i resti della casa del
Giardino, esempio di villa rurale, della fine del XVIII secolo; una torre
feudale e i ruderi della chiesa delle Stelle, lungo le vecchie vie di accesso al
borgo, e la masseria Galloppà, nella località omonima.
I passi sopra, con tante altre notizie,
si trovano su Italiapedia.it sotto la voce Scandale
venerdì 11 gennaio 2013
La conquista del Sud
La conquista del Sud
Accanto alla storia ufficiale del
Risorgimento, ve n’è un’altra, quella vera, rimasta a lungo semiclandestina
perché giudicata poco rispettosa delle “patrie memorie”. Solo da poco si è
avviato un processo di revisione critica, a cui Carlo Alaniello ha contribuito
in modo determinante con questo studio dedicato all’Italia meridionale, ovvero
alla “conquista del Sud”.
Per le popolazioni del Meridione
d’Italia, il Risorgimento fu sostanzialmente una conquista militare, che
peggiorò le condizioni sociali ed economiche e compromise fortemente ogni
possibile sviluppo. Alianello mostra luci e ombre del dominio borbonico, rivela
i retroscena politici dell’invasione piemontese, i crimini e gli errori
gravissimi commessi dopo l’Unità, che stremarono in pochi anni l’ex Regno delle
due Sicilie. Si sofferma in particolare sul fenomeno del brigantaggio, che in
realtà fu, agli inizi, un movimento di vera e propria “resistenza” contro
liberatori rivelatisi ben presto degli oppressori.
Carlo Alaniello, La conquista del Sud, Rusconi Libri, Milano, 1994 (prima edizione, 1972).
Carlo Alianello
Roma, 1901 – Roma, 1981)
Docente, scrittore e sceneggiatore
italiano.
giovedì 10 gennaio 2013
mercoledì 9 gennaio 2013
martedì 8 gennaio 2013
lunedì 7 gennaio 2013
Il Castello delle favole
Il castello di Neuschwanstein è uno dei
simboli della Baviera e della Germania nel mondo. È il castello delle favole
per eccellenza, fatto costruire dal "re delle favole" Ludwig II
(1845-1886) - Foto di Marina Bassi.
domenica 6 gennaio 2013
Ancora sui fratelli Bandiera nel casolare dei Drammis a Corazzo
In un altro articolo di questo blog
avevamo già accennato al pernottamento dei fratelli Bandiera a Corazzo in un
casolare dei baroni Drammis, dopo il loro sbarco alla foce del fiume Neto il 16 giugno 18 44. Del
gruppo faceva parte Giuseppe Ricciardi che, come si può vedere nel pezzo che
segue, narra come i compagni lo obbligarono a regalare un pugnale a una persona
del luogo. Per la cronaca, come risulta da un altro libro di storia (vedi
sotto), questa persona era un guardiano della famiglia Drammis.
Storia
dei fratelli Bandiera e consorti narrata da Giuseppe Ricciardi, Deputato al
Parlamento Italiano, Firenze, Felice Le Monnier, 1863, p. 164.
“Nella
notte del 12 c’imbarcammo clandestinamente a Corfù, e nella notte del 16,
portati dal vento verso la foce del Neto, vi sbarcammo in numero di ventuno.
Durante il viaggio Miller tirò fuori alcuni suoi proclami, uno diretto ai
Calabresi e l'altro agl'Italiani, ed invitò il signor Ricciotti, mio fratello e
me a sottoscriverli, come possidenti i nomi di maggior rilievo. Noi, dopo di
averli letti, rifiutammo di firmare quello agli Italiani, perché troppo
irragionevole ed esagerato, e firmammo quello ai Calabresi col patto di
cancellare la parola Repubblica in esso contenuta.
Camminammo
tutta la notte e all'albeggiare del 17, stanchissimi ed assetati, ricoverammo
in una casa di campagna, ove, dopo aver bevuto dell'acqua, io ch'era affranto
dalla fatica, mi sdraiai e presi subito sonno.
Non era
molto ch'io cosi riposava, quando Miller mi destò e mi disse che era colà
venuta della gente, che, mostrandosi di noi impaurita, conveniva che con
qualche maniera la rassicurassimo, e che, secondo esso, la maniera più
conveniente per pervenire a questo scopo era eh'io le donassi la sciabola che
aveva al fianco. Questa sciabola come arma d'onore, oltre la decorazione
ottomana del Nischan in brillanti, mi era stata graziosamente data da S. A. il
Gran Signore Abdul Medgid, in ricompensa dei servizi da me prestati nella
campagna di Siria nell'anno 1840. Essendomi, perciò, di essa una cara memoria,
rifiutai di consentire alla domanda ed esibii invece un bellissimo pugnale
persiano che mi stava attaccato alla cintura; il che parendo bastante al
Miller, mi arrecai dov’era lo straniero e glielo offersi qual pegno di memoria
di noi, eh’egli forse era inclinato a creder briganti, mentre invece eravamo
gente onesta è incapace di fare del male a chicchessia. Poco dopo il Calabrese
partì, ed io mi rimisi a dormire”.
Di questo fatto, riporto un passo del
libro L’ascensione al calvario dei
fratelli Bandiera (Catania, 1935), dello scrittore di Rocca di Neto, Attilio
Gallo Cristiani, dove si parla di questo pugnale che i guardiani regalarono al barone
Drammis, dicendogli di averlo trovato per terra.
“Il bosco di Sant’Elena, dove essi avevano
riposato la notte, era di proprietà del Barone Drammis di Scandale; ed un
guardiano dello stesso Barone, qualche giorno dopo, trovò in quel posto un
pugnale, fatto con la lama di una baionetta turca. Il Drammis ne fece dono al
medico di casa, Dottor Francesco Gallo, mio nonno; ed ora quel pugnale è
prezioso cimelio della mia famiglia”.
venerdì 4 gennaio 2013
Isola Capo Rizzuto
ISOLA CAPO RIZZUTO
Paese sorto probabilmente in epoca
bizantina o in tarda epoca imperiale col nome di Asila, fu sede vescovile fino al 1818 come suffraganea di Santa
Severina. Nel 1517 fu saccheggiato, incendiato e spopolato da un’incursione
turca. Nel centro storico si conserva la Madonna Greca , forse un ricordo
di monaci bizantini che sfuggirono alla persecuzione iconoclasta di Leone III
Isaurico, che vietava il culto delle sacre immagini (732 d.C.). Conserva
notevoli resti di un castello. Da visitare il cosiddetto Muro di Annibale. Oggi
è un centro balneare con una solida fama internazionale.
giovedì 3 gennaio 2013
Scandale - Articolo sulla serata di “Canta Natale”
Vincitori del "Canta Natale" 2012 |
La magia del Canta Natale esalta il
numeroso pubblico accorso ad assistere ad uno spettacolo dove i protagonisti
assoluti sono state le sigle delle Serie TV che da oltre 40 anni appassionano
grandi e piccini. Partecipanti e ospiti hanno saputo interpretare
brillantemente brani che hanno fatto la storia del piccolo schermo, da Lady Oscar
a Heidi, Sandokan, Orzowey, Dragon Ball e tanti altri.
In un periodo di austerity, come il
nostro, senza il supporto di alcuna Istituzione presente sul territorio,
l’associazione culturale “Musica X Sempre” di Scandale è riuscita a realizzare
uno spettacolo natalizio unico nel suo genere ma soprattutto gratuito; grazie
al grande contributo di una azienda agricola scandalese.
Il 26 dicembre la sala “Bella Blu” di
Scandale ha ospitato l’edizione 2012 del “CantaNatale”; concorso canoro che da
anni viene organizzato, nel piccolo paese collinare crotonese, dal presidente
di “Musica X Sempre” Gianni Carvelli e presentato da Teresa De Paola.
Ogni concorrente, oltre ad interpretare
il proprio brano, ha avuto la possibilità di gestirsi la sua esibizione come
meglio ha creduto; perciò non sono mancati i travestimenti, le imitazioni ed i
balli delle splendide ballerine Angela Rullo e Teresa Luca.
Dodici i concorrenti in gara, di età
compresa tra i cinque ed i trentotto anni e svariati gli ospiti che si sono
alternati sul palco, intrattenendo e divertendo il numeroso e caloroso pubblico
presente.
Si sono esibiti: Rosy Pavone di
Scandale con Pollon, Beatrice Aprigliano di Scandale con Pippicalzelunghe,
Vincenzo Carvelli di Scandale con Spiderman, Gianni Carvelli e Gino Garofalo
con Sandokan (ospiti), Nicholas Corrado di Scandale con Lady Oscar, Michela
Galasso di Scandale con Hiede, Chiara Esposito di Scandale con Magica Emy,
Vincenzo Carvelli, Gianni Carvelli e Michela Galasso con Happy Days del mitico
Fonzie (ospiti), Vincenzo Dattolo di Crotone con Dragon Ball, Desideria
Federico di Crotone con Lupin, Domenico Cutuli di San Mauro Marchesato con
Orzowey, Michela Galasso con Fame (ospite), Desirè Scicchitano di Crotone con
Memole, Francesca Frandina di San Mauro Marchesato con Anna dai capelli rossi,
Giuseppe Corrado di Scandale con Jeeg Robot d’acciaio ed il trio Gianni Michela
e Vincenzo che hanno chiuso la serata con una sorpresa. Essi hanno ricordato
una serie televisiva girata nella provincia crotonese, e naturalmente anche a
Scandale, negli anni 70: “Nessuno deve sapere”, cantando la sigla della serie
“Amara terra mia” del grande Domenico Modugno.
La giuria, composta dal maestro di
pianoforte Francesco Olivadese, dal musicista Paolo Sestito e dall’insegnante
di canto Floriana Mungari, a fine serata, ha affermato di aver avuto grosse difficoltà
nella scelta dei vincitori: “dovrebbero essere proclamati tutti vincitori” ha
asserito la Mungari.
Al terzo posto si e classificata la bella
Michela Galasso con la sua Hiede, al secondo il poliedrico Vincenzo Carvelli
con Spiderman ed a conquistarsi il primo posto sul podio il piccolo Vincenzo
Dattolo di Crotone con Dragon Ball.
L’esibizione di Dattolo verrà ricordata
per molto tempo dal pubblico scandalese, un piccolo di soli sette anni,
travestito da Goku, che con la sua “onda energetica” e molta disinvoltura ha
affrontato l’esibizione intrattenendosi sul palco con la presentatrice,
raccontando la storia del suo personaggio.
Da rilevare anche le capacita di
Vincenzo Carvelli e Michela Galasso che oltre a partecipare alla gara hanno
contribuito a rendere ancora più ricco lo spettacolo, con balli, scenografie ed
altre esibizioni canore tenute insieme all’ideatore Gianni Carvelli.
Un altro successo per l’Associazione
Musicale “Musica X Sempre” dell’instancabile Gianni Carvelli che ci tiene a
ringraziare quanti hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo con la
loro presenza ed il loro contributo.
Dal sito Musica X Sempre