domenica 26 luglio 2015

I Nonni - Poesia di Domenica Bomparola

Questa è l'ultima poesia che ho di Domenica Bomparola


I nonni

Esseri speciali
con gli occhi colmi di luce e di mille ricordi,
io che da ragazzina m’annoiavo ad ascoltare
storie di guerra e di miseria.
Qualcuno ormai se n'è andato,
qualcuno resta ancora.
E m’implora con lo sguardo.
La bocca tace, io accenno un sorriso distratto e scappo via…
Il cuore ferma un battito e intorno è silenzio.
Un giorno avrò anch’io cose da raccontare,
e l’animo mio solitario e logorato ritornerà ai miei nonni.
Saggi che nessuno volle ascoltare!


Quest'anno niente CANTASCANDALE


CANTASCANDALE

Musica x Sempre comunica con dispiacere che quest'anno l'atteso appuntamento canoro CANTASCANDALE (38 EDIZIONE) non avrà luogo.
E' capitato anche in altri anni dal lontano 1972, ma dal 2007 al 2014 non ha mai tradito l'attesa dei tanti partecipanti che ogni anno sono diventati così tanti da ricorrere alle selezioni.
Un traguardo in linea con la longevità del concorso che grazie alle 37 edizioni disputate si colloca al terzo posto dopo il festival di Sanremo e di Castrocaro, con quest'ultimo partner da 2011.
Sicuramente un vanto per il nostro territorio e in particolare per la nostra comunità che quest'anno dovrà fare meno di un evento divenuto tradizione.
I motivi sono di natura organizzativa, in quanto non si sono creati i presupposti per costruire uno spettacolo degno dello spessore che lo hanno preceduto specie negli ultimi anni.
Se tutto andrà bene la prossima edizione si terrà il 2016 ovviamente sempre più forti di prima e con novità.
In questi giorni il presidente e organizzatore del concorso Gianni Carvelli è stato raggiunto da numerose telefonate da artisti aspiranti partecipanti chiedendo informazioni in merito, così come anche i tanti locali, tutti ansiosi a partecipare alla 38° edizione. Spero con questo comunicato di non aver suscitato in loro delusione, purtroppo quest'anno è andata così.
MUSICA X SEMPRE con il Saggio di fine anno tenutosi il 28 giugno chiude le attività artistiche e culturali fino all'apertura dei Corsi della prossima stagione accademica che inizierà in ottobre.
Intanto augura a tutti gli Artisti e non una Felice estate e tanta buona musica!!!!!

Pubblicato su Facebook

 
Foto By Ros del 2014

Calabresi famosi - Saverio Fera

Saverio Fera in una foto dell'archivio fotografico valdese

Saverio Fera (1850-1915): figlio del sindaco di Petrizzi (Catanzaro), un notabile liberale calabrese, a 16 anni andò volontario con Garibaldi nella campagna del 1866. “Pezzo grosso della Massoneria” secondo Giorgio Spini nel suo libro L’evangelo e il berretto frigio. Storia della Chiesa Cristiana Libera in Italia, 1870-1904, Torino, Claudiana, 1971, pag. 71 e sgg. “Bene ammanigliato con le consorterie facenti capo a Crispi [Presidente del Consiglio e massone], decorato con medaglia d’argento di benemerito della salute pubblica, per l’opera di assistenza da lui svolta durante un’epidemia a Palermo, come se non fosse abbastanza, giusto poco prima, aveva avuto persino la croce di Cavaliere d’Italia”. Infatti, da quel momento, nelle cronache dell’epoca è conosciuto come il “Reverendo Cavalier Saverio Fera”. Nel 1872 si convertì alla Chiesa metodistica wesleyana, poi, aiutato dai suoi amici ottenne il decreto per costituire la Chiesa evangelica italiana, abbandonandola a fine Ottocento per passare alla Chiesa Valdese.
Nonostante fosse un fervente anticattolico ed anticlericale, il 24 giugno 1908, alla testa di un notevole numero di massoni, appartenenti al Rito scozzese antico e accettato che avevano un approccio più conciliante con la Chiesa cattolica, guidò la famosa scissione massonica che dal Grande Oriente d’Italia (GOI), passò a creare la Serenissima Gran Loggia d'Italia, detta di Piazza del Gesù, dove era la sede. Adesso si è spostata di 200 metri in una Via vicina.



Corazzo

Foto di Corazzo pubblicate su Facebook


 







sabato 25 luglio 2015

Oggi ricordiamo Don Renato Cosentini

La bara di Don Renato in Piazza Condoleo durante i funerali del luglio 2006

Sacerdoti accompagnano Don Renato
Le Autorità intervenute al funerale


Bronzi di Riace

I Bronzi di Sacha Sosno (acciaio smaltato in rosso - cm 271 x 120 x cm 1,5 - realizzata nel 2006) in una foto di Silvana Franco

Cimiteri famosi

Il “Cimitero Allegro” di Sapanta in Romania
Il cimitero Acattolico di Roma - Meglio conosciuto come cimitero degli inglesi

Cimitero americano di Hamm, nel Lussemburgo - Tutte le foto sono di Rai storia

Il cimitero ebraico di Praga descritto da Umberto Eco nel suo romanzo

domenica 19 luglio 2015

Quando Scandale stava sui giornali

Il Paese - 11 giugno 1961

La Tribuna del Salento 1961

Ci lascia Rio

Scandale - Leonardo Riolo davanti al suo Albergo - Ristorante

OGGI HA CESSATO DI VIVERE NARDO RIOLO

Scandale 15 luglio 2015
Leonardo, da tutti chiamato Nardo, dopo una vita di lavoro in Germania decide negli anni 80 di ritornare a Scandale per continuare la sua attività di ristoratore realizzando una struttura imponente considerando le piccoli dimensioni del paese: Ristorante, Pizzeria, Hotel, Piscina e Minigolf... un bell'apparato chiamato RIO, nome estratto dalle iniziali del suo cognome.
La struttura resa pittoresca dalla sua abilità come pittore e scultore, un artista poliedrico, bravo anche come musicista, Leonardo suonava molti strumenti, insomma un personaggio eccentrico e originale in tutte le sfaccettature, appassionato di belle macchine e in particolare della sua Jeep che lo rendeva ancora più folkloristico. Il suo RIO da molti anni non è più in attività, ma lui continuava nelle sue opere di abbellimento creando sempre nuove forme originali di arredo, pochi giorni fa l'ho visto alle prese con calce, cemento e colori...
Nardo non c'è più, lascia la moglie e i suoi due figli, a loro vanno le mie più sentite condoglianze!

Articolo di Gianni Carvelli su Facebook



Il ristorante Rio in alcune immagini di repertorio


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Leonardo Riolo in un articolo di Pasquale Minniti (1999)

Leonardo Riolo - Musicista, scultore di talento e grande lavoratore. Anche lui, come la stragrande maggioranza dei calabresi, è stato costretto ad emigrare all’estero. Quando lui è emigrato in Germania erano gli anni immediatamente successivi alla IIª Guerra Mondiale, persa dai tedeschi su tutte le latitudini della terra e su tutti i fronti, ma ancora maledettamente ostili ad accettare l’Armistizio con i popoli che, secondo loro, avevano ostacolato la realizzazione del grande sogno imperialista della razza ariana.
Per non dire che molti di loro non si erano ancora neppure accorti che la guerra era finita e che gli italiani del Sud che scendevano in massa dai treni con le valigette di cartone e i vestiti rattoppati non erano, in effetti, soldati invasori travestiti da straccioni. Ciò per dire che non è stato assolutamente facile per i nostri emigrati farsi accettare da quel popolo, anch’esso, come il nostro, sconfitto e martoriato dalla guerra, frustrato ed umiliato da tutti quegli eventi storici e politici, interni ed esterni, che stavano per l’appunto facendo emergere il robot imperialista americano.
Dopo quello calabrese, quello tedesco è stato d’allora sino ad oggi il contesto socio-politico in cui è cresciuta l’anima profondamente artistica di Leonardo Riolo. A tal punto, penso sia facile immaginare i disagi, le difficoltà che ogni giorno incontra il lavoratore emigrato per uscire dal degrado del “ghetto”, per entrare ed emergere artisticamente nel suo contesto sociale. Diciamo che ciò è praticamente impossibile. La società che ti ospita, quand’anche abbia accettato alla fine la convivenza coi miserabili e miserandi stranieri, non è disposta, al tempo stesso, ad accettare, a riconoscere, a favorirne la realizzazione e l’ascesa in campo artistico. In tal senso, lo straniero, l’artista-lavoratore non ha un contesto... dovrà vedersela da solo. È solo... solo con la sua passione, il suo bisogno di inventare, di creare, di scaricare all’esterno su qualche oggetto (una tela, una pietra, un tronco d’albero, ecc.) la sua tensione interna. Cosa che l’artista fa, puntualmente. Sì, perché non estrinsecare ciò che si ha “dentro”, significa proiettare la propria vita fuori dal mondo, scomparire, morire.
Le opere d’arte, d’altronde, si possono fare a prescindere dai contesti e dai condizionamenti esterni. E chi ce le ha dentro, le tira fuori senza dare mai particolare importanza ai processi, spesso inevitabili, di mercificazione e di falsificazione che poi si possono fare all’esterno sui vari mercati dell’Eldorado. In altre parole, i veri artisti come Leonardo Riolo danno un valore intrinseco alle proprie opere. Non creano per vendere... ma per trasmettere messaggi, per comunicare in un mondo purtroppo ancora così introverso e ottuso. Secondo me, il significato  profondo delle pitture e delle sculture dell’artista di cui stiamo parlando deve essere ricercato appunto nella sua gestualità e nelle sue esposizioni. Egli riempie di affreschi , quadri, sculture, innanzi tutto il luogo in cui vive. le sue abitazioni ed i suoi Ristoranti, in Germania e a Scandale, potrebbero essere scambiati tranquillamente per Musei d’Arte. E chi ci va, resta subito colpito, affascinato, estasiato. [...]
È la storia di un uomo e di una numerosa famiglia scandalese. Leonardo è il primogenito di tredici figli. Ed è lui ovviamente il primo ad andare a lavorare altrove, visto che a Calabria di quel tempo sembrava bloccata e condannata alla miseria. Tutti quanti gli altri fratelli, uno ad uno, lo seguiranno, come è stato già detto, in Germania. E in Germania, questi splendidi ragazzi Calabresi, lavorando duramente come sono abituati a fare, si fanno strada, emergono. ciascuno di loro ha ora una storia lunga ed interessante da raccontare. Emilio, uno dei fratelli più piccoli di Leonardo, è stato campione nazionale di sollevamento pesi in Germania. E ciò deve pur significare qualcosa. Di sicuro, significa che i componenti di codesta famiglia, oltre al temperamento artistico, hanno anche la forza fisica. Ed io, conoscendoli bene, vi aggiungo pure il ”coraggio”.

Questo articolo, pubblicato su questo blog il 21 luglio 2013, si trova nelle ultime pagine del libro di Luigi Scalise, Scandale e Leonia, Edizioni Cronache Italiane - Arti Grafiche Sud – Fratte, Salerno, 1999.

Paolo Emanuele Borsellino

Paolo Emanuele Borsellino

“Devo fare in fretta, perché adesso tocca a me”

PAOLO EMANUELE BORSELLINO
Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992
Magistrato italiano


Marcello Veneziani - L'estate del '67

Foto d'epoca


MA NON ERA PIÙ BELLA L'ESTATE DEL ’67

No, non era più bella l'estate del '67, come suggeriscono le tante rievocazioni del passato. Il viaggio in Seicento coi deflettori e le portelle controvento, la macchina carica di valigie e di fratelli, il caldo, i finestrini abbassati e noi sporgenti a godere il vento. Non era più bello il mare pieno di bambini, tegami e salvagenti, le canzoni fesse di quegli anni - Bobby Solo e la Cinquetti -, le sere al balcone a cercare il fresco e godere la penombra, la sete sedata con l'acqua della fontana, i coni da 30 lire, 50 con la panna. Non erano più belli i balli col mangiadischi, le luci spente per stringere il corpo delle ragazze, la meraviglia di far tardi fino a sfiorare addirittura mezzanotte. Non era più bello sudare al pallone per le strade, scappare quando arrivano le guardie, la gita in campagna a rubare i fichi e i gelsi, i pomeriggi esausti a far controra a letto in cerca del lenzuolo più fresco, le voci delle zie nel tinello.
Non era più bella l'estate del '67 o di un altro anno, erano più belli i nostri occhi. Limpidi, non ancora miopi non ancora presbiti né stanchi. Era bello come vedevano quegli occhi, non cosa vedevano. L'incanto dell'infanzia che si scopre poi adolescenza, i primi peli, i primi baci, la prima goccia bianca. L'estate festeggiava i corpi. È bella la magia del passato perché aveva tutto davanti e niente dietro, tutti vivi i nostri cari, e giovani. Non rimpiangi la Seicento, l'acqua della fontana, le sere ingenue, le sudate. Hai nostalgia dei tuoi occhi carichi di vita, pieni di futuro.

Marcello Veneziani

venerdì 17 luglio 2015

Calabria eventi

Gizzeria
Sila - Camminate gioachimite

Cropani - Città del libro

Calabria mare

Tropea

Scilla in una foto di Aldo 36

Le Castella in una foto di Pino Barone
Bova Marina in una foto di Nicola Zappalà

Cerchiara di Calabria (CS) - Grotta delle Ninfe in una foto di Romina Mesiti

Pietragrande (CZ) in una foto di Mario Luciano Vilardi

Afa d’agosto – Poesia di Alfredo Giglio


AFA D’AGOSTO

Cigola il carro sotto la calura
E il mulo passa stracco e macilento
Fra la polve ch’il passo ne rallenta
Ed ancor più si piega per l’arsura.
Il sentiero si snoda sotto il sole,
Mentre siede a cassetta il contadino
Che regge in man le briglie sonnolento
Sotto l’unto cappello già sudato
Vinto dalla fatica di giornata.
Legato dietro al carro arranca un cane
Ch’ansimante rimane per la sete
Respirando quegli aliti malsani
E regalando sangue ai suoi tafani.
Il cane e il mulo sognano una pila
Ove l’acqua pur calda e limacciosa
Lor renda la stagione meno afosa.
Appare la campagna sonnacchiosa
E s’ode solo il canto di cicale
Sull’ albero lontano ed isolato,
Stridente nota di stentata vita.
Le ruote passan nella polverata
E schiacciano l’incauta lacerta
Che tenta di passar la carreggiata
Per rifugiarsi poi nella scarpata.
Al casolare, dopo abbeverato
Or rumina la biada il mulo stanco
E il contadino dona al cane fiacco
Quel pane duro che non ha mangiato.
Tutti infine ripongono le membra
Quando il sole abbandona la sua sferza
E della sera,  soffia dolce brezza.
Questa vita sì dura, il fato avaro
Serba alla gente povera ed onesta,
A chi di quiete resta sempre ignaro
Tal che morte gli appar meno funesta.
Ai furbi egli regala il dolce miele
Ad altri inver, solo il sapor del fiele.

Alfredo Giglio


Massime e aforismi - Bertrand Russell

Bertrand Russell 

“Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”


BERTRAND RUSSELL
Bertrand Arthur William Russell
Trelleck 1872 – Penrhyndeudraeth 1970
Filosofo e logico britannico


domenica 12 luglio 2015

Il bosco Silano - Poesia di Carmine Coriale

Sila - Lago Ampollino in località Rigola

Il bosco Silano

Tra le frescure dei pini verdastri
la quiete del bosco regala
l’antico profumo di resina
che ne invade i pendii

Lo scroscio di limpida acqua
tra i sassi lucenti
arriva da vette lontane
tra i silenzi dei venti fra i rami

Il profumo del muschio
coperto da foglie giallastre
nascondono funghi porcini
protetti da aghetti di pino dorati

Più a valle il ruscello si infrange
sui rami del pioppo
facendo danzare le foglie
al salto dell’acqua giocosa

Tra il silenzio del bosco
rinasce la pace dei sensi
l’essenza dell’uomo
si adagia tra i seni di dolce natura


Carmine Coriale



Come eravamo

Madia, Ciccio e Tonino
Ciccio, Fedele e Tonino