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Discarica
di Scandale, parla il socio unico della Ecolsystema: «Sette anni di odissea
burocratica, mia iniziativa imprenditoriale rompe monopolio su gestione dei
rifiuti»
«Era
il primo marzo del 2010 quando il dirigente generale del dipartimento Politiche
dell'ambiente della Regione Calabria autorizzava la realizzazione di una
discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località Santa Marina di
Scandale. Esattamente 7 anni dopo, lo scorso 2 marzo ero finalmente in
conferenza dei servizi, convinto di poter vedere concluso, una volta per tutte,
l'iter autorizzativo dell'impianto». Inizia così la lunga lettera inviata alla
stampa da Antonio Trivieri, il socio unico di "Ecolsystema Srl" che è
il soggetto proponente della discarica in località Santa Marina di Scandale.
Nella lettera-denuncia, l'imprenditore ripercorre tutte le tappe seguite per
ottenere un iter autorizzativo per l'attività imprenditoriale a tutt'oggi non
concesso dalla Regione e si dichiara vittima di un presunto «monopolio sulla
gestione dei rifiuti» vigente in Calabria. «Tra queste due date (1 marzo 2010 -
2 marzo 2017, ndr) - scrive Trivieri - non sono soltanto trascorsi 7
lunghissimi anni, ma si è consumata una vera e propria odissea burocratica la
cui ragione mi fa sorgere il dubbio che la mia iniziativa imprenditoriale possa
rompere l’attuale monopolio di gestione dei rifiuti, che opera in stato di
emergenza con costi maggiori per la collettività e vantaggi per chi ne gestisce
lo smaltimento. Vorrei non fosse vero, ma a questa amara consapevolezza sono
arrivato dopo lunghi anni in cui, ottimista ed ingenuo, ho continuato ad essere
rimbalzato dagli uffici regionali che chiedevano pareri e certificazioni sempre
nuovi; ad essere bloccato da leggi regionali che sospendevano l'autorizzazione
della discarica; a vedere rinviate le convocazioni della conferenza dei servizi
per le più disparate ragioni. Non c'è stato passo in avanti compiuto, parere
rilasciato che, in questi anni, non abbia dovuto ottenere attraverso
sollecitazioni e diffide e nonostante questo, 7 anni dopo, la procrastinazione
della decisione continua. La mia odissea ha avuto inizio, dicevo, nel 2010,
sebbene già da un paio d'anni lavorassi, con l'aiuto di professionisti del
settore, al progetto di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi
dedicata esclusivamente allo smaltimento di rifiuti contenenti amianto in
località Santa Marina di Scandale, la cui utilità fu sottolineata da molti,
considerata l'alta incidenza di amianto da smaltire. Tuttavia, subito dopo il
decreto autorizzativo, comunicato l'avvio dei lavori, partirono una serie di
sospensioni da parte del dirigente che aveva concesso l'autorizzazione e da
parte del Comune di Scandale, per le proteste di qualche associazione. Tra
sospensioni e revoche disposte dal Tar, che puntualmente mi dava ragione, sono
trascorsi quasi due anni ed infine il 23/12/2011 veniva introdotta una norma ad
hoc nella legge regionale n.47 del 23/12/2011 che all'articolo 54 disponeva la
sospensione degli effetti delle autorizzazioni già rilasciate limitatamente
alle discariche di amianto non ancora in funzione. Guarda caso calzava a
pennello al mio impianto. Altri due anni sono trascorsi tra ricorsi vari,
finché, avendo la Regione Calabria pubblicato una manifestazione di interesse
per gestori di discariche e disponibili a ricevere nei propri impianti, vista
l'emergenza regionale, rifiuti anche non autorizzati, ho riconvertito il
progetto in una discarica di rifiuti non pericolosi per lo smaltimento dei
rifiuti urbani non recuperabili, utile ad accogliere il residuo dell'impianto
di trattamento meccanico biologico di Ponticelli. Trascorso un anno ed ottenuto
il parere favorevole della Struttura tecnica di valutazione regionale, il 14
settembre 2015 si sarebbe dovuta tenere la conferenza di servizi. Ma un anno e
mezzo è trascorso tra rinvii vari motivati quando dallo smarrimento del
fascicolo nel trasferimento degli uffici alla cittadella regionale, quando
dall'impedimento del dirigente, quando dall'assenza al tavolo del Dipartimento
Agricoltura della Regione. Nel frattempo, il 22 dicembre del 2016 è stato
approvato il nuovo Piano regionale gestione rifiuti, è decaduta legge 8/2016,
recante “Misure di salvaguardia in pendenza dell'approvazione del nuovo piano
regionale di gestione dei rifiuti”, che aveva sospeso le autorizzazioni ed ho
chiesto l'immediata convocazione della conferenza dei servizi. La risposta del
dirigente generale del Dipartimento Ambiente Rodolfo Marsico è stata che aveva
bisogno di tempo per studiare il nuovo piano... come se non fosse stato redatto
dal settore di cui è a capo! Finalmente una data era stata individuata nel 31
gennaio ma, puntualmente, qualche giorno prima è arrivato l'ennesimo avviso di
rinvio richiesto dal sindaco di Scandale per poter svolgere un consiglio
comunale aperto sull'argomento. Consiglio che, tuttavia, non si è mai svolto.
Ed eccoci al 2 marzo. Credevo davvero di essere arrivato alla fine di questa
odissea ed invece ecco l'ennesimo coniglio dal cilindro: il dirigente generale
del Dipartimento Agricoltura, Carmelo Salvino, il cui parere era l'unico
mancante, ha sollevato una pregiudiziale, facendo notare che essendo stata
l'istruttoria avviata in vigenza della legge 8/2016 che sospendeva le
autorizzazioni, va verificata la validità giuridica degli atti. A nulla sono
valse le mie richieste di reinviare subito le carte alla Struttura tecnica di
valutazione: ancora una volta è stata scelta la strada più lunga: chiedere un
parere in merito all'avvocatura della Regione. Ora che non sono più ingenuo
come un tempo so già come andranno le cose: il Dipartimento Ambiente invierà la
richiesta di parere all'avvocatura non prima del termine ultimo di 30 giorni, a
sua volta l'avvocatura potrà prendersene 90 e di nuovo il Dipartimento Ambiente
ne avrà a disposizione 30 per comunicarci il parere. Il totale è di 150 giorni,
sempre che non calcolino ferie e festivi: almeno altri 5 mesi con cui
arriveremo alla fine del 2017. Ed anche se l'avvocatura decidesse che non ci
sono pregiudizi alla legittimità dei pareri, sono certo che spunteranno altri
cavilli, magari una miniera d'oro o chissà quale scarafaggio di specie protetta
nel territorio individuato per la discarica. In extremis potrebbe intervenire
qualche legge regionale ad hoc, come quell'articolo 54 della legge 47/2011 che
sospese solo ed esclusivamente l'autorizzazione della mia discarica di amianto.
Se la delusione dell'andamento della conferenza di servizi non fosse
sufficiente, lo scorso 7 marzo è arrivato il colpo di grazia, con le
dichiarazioni del governatore Oliverio riportate da “Il Crotonese”: “Sindaco
stai tranquillo, la discarica non passerà mai”. Una dichiarazione gravissima da
parte dell'amministratore di un ente che da anni mi tiene appeso ad un iter che
pare infinito. Questo è davvero troppo anche per me che finora ho pazientato,
ho rispettato regole e ruoli, ho operato nella massima trasparenza e legalità
ed ho proposto al Comune di Scandale una vantaggiosa convenzione che prevede
benefit per la popolazione, oltre ad assicurare l'assunzione di non meno di 15
unità lavorative selezionate tra i residenti. Forse, come dicevo all'inizio,
sono semplicemente scomodo perché con la mia iniziativa imprenditoriale rompo
la gestione attuale dei rifiuti, sebbene io offra semplicemente l'ultimo
passaggio della catena, ovvero lo smaltimento degli scarti della selezione dei
rifiuti urbani. Passaggio che, è bene che i cittadini lo sappiano,
consentirebbe a tutti i cittadini di risparmiare denaro rispetto all’attuale
sistema di lavoro in emergenza. Le dichiarazioni riportate, sono state per
dovuta conoscenza inviate alla Procura della Repubblica».
Geom. Antonio Trivieri
socio unico Ecolsystema srl
Articolo
pubblicato dal sito laprovinciakr.it mercoledì 15 marzo