mercoledì 30 novembre 2016

Massime e aforismi - Platone

 La Città-Stato dell'antica Grecia - Dipinto di epoca romantica di Leo von Klenze

“Quando il cittadino accetta che chiunque gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e c’è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine, così muore la democrazia: per abuso di se stessa e, prima che nel sangue, nel ridicolo”


PLATONE
Atene 427 – Atene 347 a.C.
Filosofo greco


Crotone nel 1876

Crotone - Touring Club Italiano, vol. VIII, Puglia, Lucania, Calabria, Milano 1937

Il giorno 22 [luglio 1876] passai per ferrovia da Cirò a Cotrone. Questa città ha da pochi anni in qua migliorato sensibilmente le sue condizioni materiali: di che il viaggiatore che vi manchi da qualche tempo si avvede come vi entra. Un segno dello incivilimento delle Città e de’ paesi l’ho quasi costantemente riconosciuto nella decenza degli Alberghi, e nella tenuta delle Casine destinate al convegno serale della parte scelta e d’ordinario più colta degli abitanti. Cotrone non smentì questo mio concetto. L’Albergo della Concordia, decente abbastanza ed allora di recente installazione, ed il Circolo Nazionale, nel quale in seguito a cortese carta d’invito ricevutane passai le due sere che rimasi in quella Città, ne diedero una prova. Le campagne circostanti erano aridissime; solo lungo il littorale vedevansi qua e là nella sabbia cespugli di piante diverse, tra le quali predominava il finocchio, e, dove si termina l’Esero [Esaro] che un tempo più maestoso percorreva il mezzo della città ed ora ne dista qualche chilometro, sorgevano giovani Tamarici.

Passo della Relazione di un viaggio nelle Calabrie, per ricerche zoologiche, fatto nell’estate del 1876 dal Professor Achille Costa, Socio Ordinario della Reale Accademia di Napoli, e presentata nell’adunanza del 14 maggio 1881


Multa al Sindaco di Scandale

Il sindaco di Scandale Iginio Pingitore in una foto del 2010

300mila euro di multa al Sindaco di Scandale per aver denunciato il mancato funzionamento dei depuratori

Il sindaco Pingitore: Sono stato multato per aver denunciato lo stato di abbandono dei depuratori del capoluogo e quello della località Corazzo

SCANDALE martedì 29 novembre 2016
Pubblichiamo la nota del Sindaco di Scandale, Iginio Pingitore. Il verbale che mi è stato trasmesso dalla Capitaneria di Porto di Crotone stabilisce la violazione del decreto legge 152 / 06, art. 133 comma 2 : ”all’atto dell’accertamento effettuato, risultava uno scarico di acque reflue dagli impianti di depurazione priva dell’autorizzazione, ovvero scaduta dall’anno 2003″.
Ora io mi domando, ma dal 2003 perché non è mai venuto nessuno a controllare? Nel 2007 la gestione è passata totalmente alla SOAKRO, e dal fallimento di quest’ultima ho denunciato a tutte le istituzioni, finanche alla Procura della Repubblica della grave situazione, voglio fare un po’ di chiarezza:
Sin dal 2009, il comune di Scandale ha affidato alla società SOAKRO la gestione degli impianti Comunali ed il servizio di distribuzione dell’acqua agli utenti ricompresi nel territorio. Intervenuto il fallimento di detta società (sentenza del 18/01/16), ed una volta dismessi i compiti precedentemente disimpegnati dalla stessa, la Curatela ha demandato ai vari soci la gestione dei relativi incombenti.
Un onere non da poco ove si considerino, per un verso, la condizione disastrosa in cui versano gli impianti di depurazione e la stessa rete di distribuzione e, per l’altro, l’assenza, nell’organico dell’Ente, di personale tecnico qualificato cui affidare la manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria alla loro gestione ed al loro efficientamento. Infatti, il Comune di Scandale si oppose fortemente alla Curatela fallimentare per l’acquisizione degli impianti di depurazioni, poiché inefficienti, inutilizzabili ed in parte sotterrati.
Il 18 marzo 2016, il 10 novembre 2016, ho inviato due missive indirizzata al Ministero Ambiente, all’ Autorità per l’Energia, alla Regione Calabria, alla Curatela fallimentare ed alla Procura della Repubblica, denunciando lo stato in cui versano gli impianti, ho chiesto un intervento immediato, poiché una vasta area del territorio, in particolare la loc. Bellavista, non è servita da impianti di depurazione, con conseguenti rischi per l’ambiente e per la salute pubblica. L’intera rete ed i relativi impianti necessitano, con assoluta urgenza, di opere di manutenzione straordinaria e di interventi di adeguamento delle strutture già esistenti, al fine di consentire il raggiungimento dei livelli minimi di servizio, il rispetto della normativa di settore e la tutela ambientale. Si tratta di un intervento urgente, certamente non compatibile con le disponibilità di questo Comune e che tuttavia, non può non essere perseguito. Alla Regione Calabria, che dal fallimento della vecchia società gestore del servizio ad oggi, ha disatteso la legge istitutiva della Autorità Idrica della Calabria, di cui alla delibera della Giunta Regionale 12 giugno 2015 n. 183, è stato chiesto la realizzazione di un solo impianto nuovo per il capoluogo e un altro nella frazione Corazzo, nei pressi di località Bellavista lo smaltimento fognario avviene a cielo aperto e si richiede un impianto di sollevamento al servizio della rete fognaria.
Dopo le mie denunce il 14 novembre la Capitaneria di Porto sequestra gli inutilizzabili depuratori e trova subito il capro espiatore, a me, nella qualità di sindaco di Scandale, notificando una multa di 300.000,00 EURO
Nel verbale è stato scritto che il sindaco dovrà versare la somma di 60.000,00 euro per ogni depuratore, calcolato per cinque impianti totalizza la somma di 300.000,00 euro, da pagare tramite bollettino postale sul cc n. 15562887. Un fatto increscioso, ma anche ridicolo, poiché, io se avessi soldi, secondo quanto scritto sul verbale  dovrei versare una cifra in contanti a mezzo bollettino postale, violerei ogni norma concernente l’antiriciclaggio!
Vivo ogni giorno al servizio della comunità e ne assumo le relative responsabilità con il solo scopo di renderla migliore, più vivibile, e più efficiente.
Tuttavia non mi tirerò indietro per salvaguardare la nostra cittadina dall’inquinamento, e a favore sempre della salute pubblica, lo farò andando oltre e, rimboccandomi le maniche, compiendo qualsiasi azione per avere giustizia.


Articolo a cura della Redazione del sito Il Cirotano

domenica 27 novembre 2016

Quando a Scandale c'erano ottocento vacche

Santa Severina in una foto pubblicata dal Touring Club Italiano nel 1937

Discorso dello stato che si trova di presente la Città-Castello di Santa Sev.na, e gli altri doi suoi Casali.

La Città di Santa Severina è habitata in Catasto fochi quattrocinto quattordici, ma saranno sempre molto più et saranno le animi in tutto milli ottocento,
quilli che pagano cota cioè pagamenti fiscali saranno trecento dici, casi nobili saranno circa quindici, casi piene et voti cioe no habitati passano milli tutti coperti a coppi con alcuni palazzi e molti casi nobili.
Detta Città Camina tutta in piano ancorche sta alla montagna con strade assai belli. Il Castello di essa Città sta posto in capo della Città, fondato sopra pietra viva non si pote minari li fossi del quali sono cavati a martello nel sasso stisso, che di larghezza sarà in circa canni sessanta e per lo mino di larghezza e di altezza del fosso in fondo sino al piano di Castello sarà circa canni vinti, larghezza del fondo del fosso sarà circa sei canni segnano detti fosse isolando il Castello nel qual si entra per tre porte, e tre parti e un ponte levatoio.
Il Castello sta quatrato e per tre parti di esso vi è sotto casi matti per riporvi molti monitioni sotto quali vi è fontana, furno, et altri simili comodità, quattro baluardi, quattro torri Tutti per canto e dui spuntuni, entrando la prima porta tutti di muri fortissimi, fatto detto Castello all’istess’architettura del Castel vecchio di Napoli.
Entrando nella porta del Castello la piazza o sia Cortili di larghezza di canni dodici circa e setti di larghezza benissimo salsato di pietracotta.
In mezzo del detto Cortili vi è una cisterna grande fatta a lamia che empie le due parti di esso Cortilee di ferro, dicino vi erano molti pezzi grossi et tempo fa forno portati in Cotroni.
In Cima il Castello vi è un corritor largo che cammina all’intorno scoperto che guarda amontagna et marina.
Da detta Città alla marina andando per la via del fiume chiamato Neto vi son circa dieci miglia camino piano.
………. detto Castello vi è una piazza verso la Città assai grande avanti quali vi è la stanza dell’Arcivescovo e chiesa maggiore. Nò si può buttari detto Castello che offender possa essendo molto desposto alla montagna.
La Città si tiene da se fundata supra sassi muraglia naturali …Territorio bellissimo e fruttifero e bellissimi giardini et acque per adeguarli a buonissimi frutti di ogni genere.
Li cittadini sono redotti poverissimi tengono di debito passano trentamilia scudi a pagamenti fiscali…… La Corti teni il jus pasculandi et fidandi et sono discosti dalla città circa tre miglia. Salina di Montagna dicono esser posta nel territorio di Santa Severina e n’e padrone il Rè
Stalla fuor del Castello buonissima per vinti cavalli.

Il Casali di San Mauro di esso territorio habitato da Grieci et Taliani sarano famiglie duicinto quindici circa e circa mill’animi discosta da detta Città quattro miglia. Huomini che fatighano volentieri et ogni giorno acquistano, et il Signore vi metti il Capitano …… quali l’Università tien liti col detto Conte pretendendo detti dui Casali dover star soggetti al Capitano di Santa Severina, ancorche il Conti l’habbia fatta territorio separato.

Casale di Scandale habitato da greci e taliani discosta similmente da quattro miglia a Santasev.na sarano un centocinquanta casi di pagliari et sarano circa novicento sessant’animi et sono assai comodi et haverano fra tutti circa ottocento vacche, et il Conti vi metti parimenti il Cap° che aquatro ci possederà intorno a ciò.

Restami anco dirci che tutta la fabrica del Castello di Santa Severina …… e chi volisse far un Castel simile, la fabrica sola no’ si farebbe con duicinto milia scudi essendo fortezza…

Articolo pubblicato dal sito culturale di Mesoraca senza nessuna indicazione sul periodo e la provenienza del documento che, probabilmente, è del Seicento.


Santa Severina - Scorcio del Castello

Staiti - Santa Maria dei Tridetti

Santa Maria dei Tridetti (Staiti-RC) - Foto ictgi

Santa Maria Tridetti XI sec. (Staiti RC) - Foto di Salvatore Vatrano

Scandalesi a Reggio Emilia

Immagini di repertorio di Scandalesi a Reggio Emilia 

Festa di Natale a Reggio Emilia in una foto del 2011

Massime e aforismi - Lucio Anneo Seneca

Lucio Anneo Seneca

“I piccoli delitti vengono puniti,
quelli grandi portati in trionfo”


Lucio Anneo Seneca
Cordoba 4 a.C. – Roma 65 d.C.
Filosofo e scrittore latino


sabato 26 novembre 2016

Quando c'era Aldo Grisi

 Aldo Grisi e famiglia in una immagine di repertorio

Cosenza - Villa Rendano

Calabria – Villa Rendano, Cosenza, XIX sec. – Ph. © Gianni Termine

Come eravamo

Foto scattata da Cesare Grisi alla Via Crucis del 2008

Massime e aforismi - Chilone di Sparta

Chilone di Sparta

“Tre sono le cose più difficili per l’uomo: mantenere i segreti,
impiegare bene il tempo libero e sopportare le offese”


Chilone
Noto anche come Chilone di Sparta
Sparta 549 a.C. circa – Pisa (Grecia), 470 a.C. circa
Fu uno dei Sette saggi greci


mercoledì 23 novembre 2016

Cesare Pascarella - La fondazione di Roma

Roma - Interno del Colosseo

La fondazione di Roma

A queli tempi lì nun c'era gnente...
La poteveno fa' pure a Milano,
O in qualunqu 'antro sito de lì intorno.
Magara più vicino o più lontano.
Potevano; ma intanto la morale
Fu che Roma, si te la fabbricorno,
La fabbricorno qui. Ma è naturale,
Qui ci aveveno tutto: la pianura,
Li monti, la campagna, l'acqua, er vino...
Tutto! Volevi annà in villeggiatura?
Ecchete Arbano, Tivoli, Marino.
Te piace er mare? Sorti de le mura,
Co' du' zompi te trovi a Fiumicino.
Te piace de sfoggia' in architettura?
Ecco la puzzolana e er travertino.
Qui er fiume pe' potecce fa' li ponti,
Qui l'acqua pe' poté fa' le fontane,
Qui Ripetta, Trastevere, li Monti...

Cesare Pascarella
Roma 1858 – Roma 1940
Poeta


Viaggiando viaggiando

Panorama di Firenze in una foto pubblicata dalla Loggia dei Lanzi
Alberobello - Touring Club Italiano, vol VIII, Puglia, Lucania, Calabria, Milano 1937

Pozzo di San Patrizio, Orvieto, Umbria, Italia - © Ph. Roberto


Abruzzo – Il Castello di Roccascalegna (Chieti) svetta sulla sua rupe di arenaria – Ph. Pietro Valocchi

Gerace (RC) -  Chiesa di San Giovannello

Cirò Marina

I Mercati Saraceni di Cirò Marina in una foto di Giuliano Monterosso

Ludwig Fuerbach - Ritorno alla natura

Ludwig Fuerbach

“La filosofia è la scienza della realtà nella sua verità e totalità, ma il compendio della realtà è la natura (natura nel senso più universale della parola). I segreti più profondi sono nascosti nelle più semplici cose naturali, che la fantasia speculativa anelante verso l’aldilà calpesta coi suoi piedi. L’unica fonte di salvezza è il ritorno alla natura […]. La natura non ha costruito solo la volgare officina dello stomaco, ha costruito anche il tempio del cervello”

“Ma la natura non ascolta i lamenti dell’uomo, è insensibile alle sue sofferenze. Perciò l’uomo fugge dalla natura, dalle cose visibili, e si rifugia nel proprio intimo per trovare qui ascolto alla propria sofferenza. Qui egli esprime i segreti che lo soffocano, qui allevia il proprio cuore oppresso. Questo conforto del cuore, questo segreto che ha potuto rivelarsi, questa sofferenza che ha potuto effondersi è Dio. Dio è una lacrima dell’amore versata nel più profondo segreto sulla miseria umana”


Ludwig Fuerbach
Ludwig Andreas Feuerbach
Landshut 1804 – Rechenberg 1872
Filosofo tedesco


Come eravamo

Scandalesi - Foto pubblicata su Facebook da Antonio Brescia

Forza Scandale

Unione Sportiva Scandale 2016 - Foto By Ros


Crotone

La spiaggia di Crotone in una foto d'epoca di Calabria ieri

Bella Crotone

Quando assassinarono John F. Kennedy

Tre foto dell'assassinio di John F. Kennedy a Dallas il  22 novembre 1963 



sabato 19 novembre 2016

Guy de Maupassant - Taormina

Guy de Maupassant

"A un uomo che dovesse passare un solo giorno in Sicilia e chiedesse: “Cosa bisogna vedere?”, risponderei senza esitare “Taormina”. È solamente un paesaggio, ma un paesaggio che possiede tutto quel che sulla terra serve per sedurre gli occhi, la fantasia, la mente"


Guy de Maupassant
Henri-René-Albert-Guy de Maupassant
Tourville-sur-Arques 1850 – Parigi 1893
Scrittore francese


Taormina

Come eravamo

Scorcio di Scandale in una foto del 2006

Petilia Policastro

Villaggio Principe di Petilia Policastro (KR)  in una foto Franco Fassari

mercoledì 16 novembre 2016

Il Santuario di Santa Maria di Condoleo di Scandale

Copertina del libro

“The power of campanilismo is also  manifest in the history of Uticas’s scandalesi. In 1900 immigrants from Scandale collected funds for the construction of a small church in their hometown, the Santuario del Condoleo, in honor of the Madonna del Condoleo. Nearly a half century later, in 1948, the Società Scandalese, then led by John Aiello (whose name, New York’s Progresso Italo-Americano asserted, “is remembered with affection” in the “distan little town Scandale”) , raised more than a thousand dollars for the restoration of the Santuario. In so doig, this group of immigrants from a small village in Calabria demonstrated the importance of a hometown religious devotion and affirmed the endurig importance of their identity as members of a particular village”

Philip A. Bean, The Urban Colonists, Italian American Identity and politics in Utica, New York, Syracuse University Press, New York 2010, pag. 21


NOTA
Conosco questo professore perché tanti anni fa mi scrisse per avere qualche informazione sulla storia di Scandale. Quando nel 2010 uscì questo libro negli Stati Uniti io pubblicai su questo blog il pezzo con la copertina, d’accordo con il professore. Dopo pochi giorni, però, mi scrisse la Google dicendomi che avevo violato il copyright secondo le leggi in vigore negli Stati Uniti è mi obbligarono a togliere la copertina ecc. Spiegai il tutto al professore che telefonò alla Google per protestare, ma furono irremovibili.
Adesso ripropongo il pezzo con la copertina, sperando che dopo tanti anni non ci siano più i problemi sorti all’epoca.

Luigi Santoro


Sequestrati dalla Capitaneria di Porto 5 depuratori a Scandale

Foto del sito Il Cirotano

Il personale della Capitaneria di porto e gli uomini dei Carabinieri di Scandale, hanno scoperto che gli impianti sono in totale abbandono, obsoleti e fatiscenti.

SCANDALE lunedì 14 novembre 2016
Gravi carenze nel ciclo depurativo. Questa la motivazione per la quale i militari della sezione di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto di Crotone e della locale Stazione Carabinieri sono stati costretti a sequestrare i cinque impianti di depurazione delle località “Sant’Antonio”, “San Leonardo” “Condoleo” e “Corazzo” del Comune di Scandale.
Le operazioni, mirate al controllo degli impianti depurativi di proprietà degli enti comunali, sono state condotte nell’ambito delle consuete attività di vigilanza ambientale finalizzate alla tutela della salute dei cittadini.
Il personale della Capitaneria di porto e della locale stazione Carabinieri ha scoperto che gli impianti sono in totale abbandono, obsoleti e fatiscenti; quattro di essi sono risultati privi di energia elettrica in quanto la fornitura del servizio energetico è stata sospesa dal fornitore per morosità.
E’ risultato che i liquami urbani provenienti dalla rete fognaria cittadina, senza subire alcun ciclo depurativo finiscono “tal quali”, direttamente nel fiume Neto attraverso alcuni fossi naturali.
Di fronte all’evidente inefficienza degli impianti di trattamento, gli accertatori hanno provveduto a sequestrare gli impianti, affidandone la custodia giudiziale al sindaco del comune di Scandale e denunciando i responsabili all’Autorità Giudiziaria.
La Guardia Costiera continuerà con le ispezioni in tutti gli impianti di depurazione presenti nel territorio della provincia crotonese.


Articolo pubblicato dal sito Il Cirotano


Pawel Kuczynski

Opere del disegnatore polacco Pawel Kuczynski



Massime e aforismi - Groucho Marx

Groucho Marx


“La caccia sarebbe uno sport bellissimo
 se anche gli animali avessero il fucile”


Groucho Marx
Nome d'arte di Julius Henry Marx e terzo dei fratelli Marx
New York 1890 – Los Angeles 1977
Attore e comico statunitense


domenica 13 novembre 2016

Padrone e Sotto - Racconto inedito di Ezio Scaramuzzino

L'entrata di Scandale in una foto del 1958 di mastro Armando Gentile. Sulla sinistra si intravede il famoso "biviere"

Sono vissuto al Paese fino all’età di 30 anni e, come ho già raccontato in altri testi ed in altre circostanze, ho dedicato molto tempo della mia vita al giuoco delle carte. Si giocava tanto allora, in attesa che il tempo e la vita sciogliessero il groviglio delle nostre speranze e delle nostre passioni ed in attesa che ognuno di noi potesse spiccare il volo verso altri lidi e verso altri destini.
Si giocava soprattutto a Poker, anche se questo giuoco era riservato alla notte ed ai luoghi privati; ma noi avevamo bisogno di giocare anche di giorno ed in questo caso il luogo deputato era il Bar Centrale, nella principale piazza di Scandale. Qui si giocava soprattutto a Terziglio e qualche volta, quando avevamo voglia di rilassarci e di giocare senza troppa fatica, non disdegnavamo di fare una partitina a Briscola o al più impegnativo Tressette.
In questo caso si giocava quasi sempre in sei, suddivisi in coppie, con i primi quattro che incominciavano la partita e gli ultimi due che subentravano alla coppia perdente, finché alla fine restavano due vincitori e quattro perdenti che pagavano da bere a tutti. Ma, a prescindere dalle vicende del giuoco, che non interessavano più di tanto, quello che maggiormente ci coinvolgeva era la fase finale dedicata alla bevuta, di birra per lo più, e che era regolata dal Padrone e dal Sotto.
Questi erano scelti e designati con un altro giuoco di breve durata, la Primiera, per cui chi otteneva il punteggio più alto diventava Padrone, mentre il secondo  diventava Sotto. Quest’ultima fase del giuoco aveva regole ferree, inderogabili, e, nella sua molteplice varietà di furbizie, ammiccamenti, spavalderie, rassegnazioni, sembrava quasi diventare una scuola di vita o almeno uno specchio, seppur deformato, della vita reale.
Il Padrone era padrone soltanto di una cosa: di bere lui stesso, quanto e come voleva e per tutto il resto dipendeva dal Sotto, che in tal modo finiva col diventare il vero arbitro della situazione. Solo il Sotto poteva proporre che bevesse lui stesso o qualcun altro, mentre il Padrone poteva solo replicare o controproporre e in tal modo, perché qualcuno potesse bere, era necessario il benestare di entrambi. Se qualcuno alla fine non era riuscito a bere nemmeno un goccio, si diceva che era rimasto “all’ombra”.
In questo scambio di inviti, finte proposte, giuochi di parole, ripicche e battibecchi si poteva sempre cogliere il riflesso delle antipatie personali, delle amicizie, delle invidie e non era raro il caso che ne nascessero dei rapporti improntati a inimicizia o a cordialità e stima reciproca, che poi avevano un seguito nella vita di ogni giorno.
Il giuoco era seguito anche dagli estranei, che apparentemente si limitavano ad assistere, ma che in realtà erano emotivamente coinvolti nel sottile gioco delle parti e nell’alterna fortuna di coloro che vi partecipavano.
Si vinceva o si perdeva, si beveva o si rimaneva “all’ombra”, ci si ubriacava qualche volta ed era comune opinione che era bravo soprattutto chi riusciva a far ubriacare qualcuno contro la sua volontà, perché gli inviti a bere non potevano essere rifiutati, oppure, meglio ancora, quasi senza che lui se ne rendesse pienamente conto.
Ai tavoli del Bar Centrale io ho preso le mie prime ubriacature, o “piche” come erano comunemente chiamate, e non mi ci voleva molto per ubriacarmi, perché, a differenza di quanto mi sarebbe accaduto in seguito, allora non reggevo l’alcool ed un paio di birre erano più che sufficienti per mandarmi in estasi.
Era allora parte del nostro gruppo Leonardo Audia, che non vedo da tanti anni e del quale conservo un grato e affettuoso ricordo. Noi lo chiamavamo anche Lusì (Lucie in francese) dal nome di un personaggio di Morti senza tomba, un dramma di Jean Paul Sartre, che noi, pur di fare qualcosa di diverso, avevamo deciso di rappresentare. Erano i primi anni ‘60, era la prima volta che al paese si faceva qualcosa del genere e noi, non riuscendo a trovare qualche ragazza disponibile ad interpretare l’unica parte femminile del testo, costringemmo quasi Leonardo a vestirsi da donna e ad interpretare il ruolo drammatico di Lucie, cosa che egli fece molto bene e con grande disinvoltura. Ma si tratta di una storia che mi riprometto di raccontare in futuro con ben altro fiato e con ben altro impegno.
Bene. Leonardo era un ragazzo estroverso, gioviale e spavaldo che non si tirava mai indietro quando si trattava di bere. Una sera, d’accordo con l’altro mio grande amico Romano Cizza, io Padrone e lui Sotto, lo costringemmo a bere qualcosa come 7 o 8 birre. Leonardo bevve con apparente disinvoltura, ma, al momento di accomiatarci, ci accorgemmo che barcollava vistosamente.
-Facciamo quattro passi, ci chiese Leonardo;
-D’accordo, rispondemmo noi, per fargli passare la sbornia, o farlo “rifinare” come si diceva allora;
-Arriviamo almeno fino alla villetta, replicò Leonardo;
-Ma tu resta in mezzo al gruppo, concludemmo e ci avviammo tutti.
Io e Romano gli stavamo alle costole, per evitargli qualche caduta sul selciato, ma, giunti  verso le prime case del paese, Leonardo approfittò di una nostra disattenzione, scartò a destra e si diresse  decisamente verso il “biviere” colà posto, dove a sera  si abbeveravano gli asini di ritorno dalla campagna.
-Voglio solo sciacquarmi e rinfrescarmi un po’ la faccia, incominciò a protestare, gridando.  Ma non l’avesse mai fatto! Perse l’equilibrio, barcollò paurosamente e finì disteso nell’ ampia  vasca completamente ricolma d’acqua, dove lo ripescammo con qualche difficoltà.
Per fortuna non faceva molto freddo (si era a settembre) e Leonardo, inzuppato come un pesce, dopo aver aggiunto alla birra qualche abbondante sorsata d'acqua destinata agli asini, fu sistemato e trasportato a braccia. Ogni tanto si lamentava in uno stato di semiincoscienza e un paio di volte ebbe bisogno di rigirarsi e di lanciare dalla bocca una poltiglia che rischiò di colpire in pieno qualcuno di noi. Intanto si era formato uno strano corteo, con l’aggiunta di molti bambini, che si erano accodati con l’intento di fare caciara. Alcuni si affacciavano alle porte e alle finestre e, nel vedere quella insolita processione con Leonardo trasportato a braccia, chiedevano allarmati che cosa fosse successo. Poi fu il turno di Nonna Betta, che, avendoci visti passare ed avendo temuto il peggio, bloccò il corteo ed incominciò a piangere ed a gridare come un’ossessa, sicché ci toccò spiegarle qualcosa, riaccompagnarla a casa sua ed affidarla alla cura di una nipote, tra gli schiamazzi dei monelli.
Cercammo di tranquillizzare tutti insomma, facendo chiaramente intendere che si trattava solo di una “pica”, anche se solenne. Alla fine, come Dio volle, riuscimmo a portare Leonardo fino a casa sua tra la paura di alcuni di noi, ma anche tra i lazzi, le risate e gli sberleffi di tanti altri.

P.S. Io non so e non ho idea di dove si trovi, dove viva oggi Leonardo Audia. Se per caso egli si trova a leggere questo racconto, lo prego di mettersi in contatto con me, in qualunque forma, con un commento in coda al racconto o al link su Facebook. Ciao, Leonardo.

Articolo, con due foto, pubblicato venerdì 11 novembre 2016 sul blog di Ezio Scaramuzzino