Scavi archeologici nei pressi di Scandale in località Lustra Visciglietto, in una foto presa dal sito http://www.ippo94scandale.splinder.com/ .
Tralasciando per il momento di parlare dei reperti trovati da Giuseppe Giovinazzi e degli scavi in località Lustra, riporto qui una sintesi di quanto scritto in passato da vari archeologi sul territorio di Scandale.
Per quanto riguarda gli insediamenti preistorici, nel nostro territorio è stata trovata una bella grande ascia neolitica di pietra scura e reperti litici e fittili che si possono ammirare nel museo di Crotone. In particolare il materiale rinvenuto in contrada Prebenda, già segnalato dall’archeologo Paolo Orsi, proveniente dalla stipe di un santuario rurale del IV-III secolo a.C. Tra le offerte votive alcune statuette con symplegma, una veste indossata in modo particolare, figure femminili in terracotta del tipo tanagrine e busti fittili con corone di foglie. Ragguardevole, per le dimensioni, è la parte inferiore di una statuetta in terracotta con schiniere, vestita con un corto mantello. Santuari rurali risalenti al VI secolo sono stati trovati a Mezzaricotta, Giammiglione, Santa Domenica e Centonze al confine tra il nostro territorio e quello di Crotone. Ma tombe e altri reperti antichi sono stati trovati dai contadini a Turrutio, nella contrada Corazzo, dove sono venute alla luce 150 monete di bronzo, bruzie.
Scandale località Santa Domenica
Si tratta di una località collinare distante circa sette chilometri da Crotone in direzione nord-ovest, interessata dalla presenza di sorgenti d’acqua.
Si ha notizia del rinvenimento nella zona di tombe presentanti fra gli oggetti di corredo anche ceramica figurata, le quali furono distrutte durante i lavori della Riforma Agraria negli anni Cinquanta.
Scandale località Manche del Vescovo.
La località occupa un’altura, distante circa sette chilometri dalla linea tracciata dalle mura antiche di Crotone, in direzione nord-ovest, ubicata poco a sud della precedente, a dominare la depressione nota come «Burrone di Cacchiavia» percorsa da un corso d’acqua che disegnando il suo tracciato attraverso le colline del Marchesato si getta nello Ionio poco a nord di Crotone.
Il sito è stato interessato in età classica da una occupazione umana attestata dal rinvenimento di corredi tombali presentanti fra l’altro ceramica figurata, distrutti durante i lavori della Riforma Agraria negli anni Cinquanta.
Scandale località Vituso
Si deve al marchese Armando Lucifero il ritrovamento nel 1901, di una Necropoli Preromana composta da più di 20 tombe. La notizia fu pubblicata dalla Rivista Italiana di Scienze Naturali e ripresa poi da studiosi come il Pigorini e il Topa. Il marchese regalò i pochi oggetti rinvenuti nelle tombe al prof. Thudlen, direttore del museo di Gotha (Germania).
Scandale località San Leo
La località occupa un’area collinare del Marchesato ed è attraversata, secondo Givigliano, da una direttrice di penetrazione che dalla fascia costiera si spinge verso l’altopiano interno, passando per San Mauro Marchesato e poi lungo il corso del fiume Tacina.
Provengono da questa zona monete greche pertinenti ad un ripostiglio databile, secondo il Kraay, all’inizio del III secolo (una moneta di elettro siracusana e dieci stateri d’argento di varia provenienza), e un’ancoretta decorata su fondo nero.
Scandale Contrada Prebenda
Emblematico è il caso della contrada Prebenda [sarebbero i terreni ecclesiastici nei pressi di Galloppà], dove la letteratura archeologica ricorda il rinvenimento sporadico di materiali ellenistici, oggi purtroppo dispersi, presumibilmente ascrivibili ad una stipe votiva. Lavori agricoli dei primi anni del secolo avevano rinvenuto un piccolo deposito con statuine femminili in terracotta, in cui l’Orsi aveva ritenuto di riconoscere una testina di Demeter, uno scudo raffigurante sul davanti il volto di una gorgone tra i serpenti, una statuina di tipo tanagrino, confrontabile con figurine fittili di ambito tarantino, ed altri frustuli. L’interesse è dato dalla presenza di questo scudo e da un frammento di figurina femminile, entrambi, riferibili più probabilmente alla tipologia dell’Athena armata, rappresentata in ambito greco a Timpone Motta di Francavilla Marittima ed a Locri. Nello stesso deposito vi erano inoltre resti di matrice coroplastiche e figurine muliebri, ritenute accostabili a statuette di Mirina, Tanagra e Centuripe.
Per chi volesse approfondire, queste ed altre notizie si trovano nelle seguenti opere:
G.P. Givigliano, Sistemi di comunicazione e topografia degli insediamenti di età greca nella Brettia, Cosenza, 1978, p. 94.
Massimo Osanna, CHORAI COLONIALI DA TARANTO A LOCRI. Documentazione archeologica e ricostruzione storica. Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Libreria dello Stato, Roma 1992, p. 170, 186-187.
Maurizio Giangiulio, Ricerche su Crotone arcaica, Pisa, Scuola Normale Superiore, 1989.
Francesco De Luca, Santa Severina all’alba del terzo millennio, Calabria Letteraria Editrice, 2002, p. 19.
C. Sabbione, Attività della Soprintendenza archeologica della Calabria, nelle province di Reggio Calabria e Catanzaro, «Atti Taranto» 1976, p. 929.
M. Thompson, O. Mornholm, C.M. Kraay, An inventory of Greek Coin Hoards, New York 1974, n° 1968.
E. Paolini Pozzi, Per lo studio della circolazione monetale in età greca nel territorio dell’odierna Calabria, «PP» XXIX, 1974, pp. 52, 64-65, n° 33.
Guglielmo Genovese, I santuari rurali nella Calabria greca, L'Erma di Bretschneider, 1999, pag.86.