Proteste per la Discarica di Scandale |
I
Cittadini si mobiliteranno ancora una volta per difendere il territorio in una
zona interessata da agricoltura biologica e produzione di formaggi a marchio
dop
SCANDALE lunedì 17 ottobre 2016
Il
comitato Verità, Democrazia e Partecipazione interviene sulla questione della
discarica di Scandale: una spada di Damocle pende sul nostro territorio. Si
apprende che, per l’ennesima volta, la conferenza di servizi prevista per il
giorno 12 ottobre u.s. presso il
Dipartimento ambiente della Regione Calabria per definire il procedimento
relativo alla richiesta della Ecolsystema di riesaminare l’autorizzazione della
discarica per l’amianto al fine di trasformarla in discarica per rifiuti
speciali non pericolosi, da realizzarsi in località Santa Marina nel comune di
Scandale, è stata rinviata.
Da
mesi, ormai, si attende che la Regione metta la parola fine alla lunga epopea
che ha come protagonista la località Santa Marina, sita nel comune di Scandale.
Ancora una volta quel territorio è protagonista delle mire economiche di
qualche privato che, delle discariche e della gestione rifiuti ha fatto il
proprio business.
Già
nel 2010, davanti alla minaccia di realizzare una discarica di amianto in una
zona interessata da agricoltura biologica e produzione di formaggi a marchio
dop, La rete per la difesa del territorio “ Franco Nisticò”, riuscì a bloccare
il progetto, mobilitando migliaia di cittadini ai quali si aggiunsero il Comune
di Scandale e la Provincia di Crotone.
La
Ecolsystema, fallito il tentativo di
costruire una discarica di amianto ha provveduto a modificare il suo progetto
riuscendo, ad inizio del 2015, a riavviare la procedura per ottenere i pareri
Via ed Aia al fine di riconvertire l’impianto in una discarica per la
spazzatura.
Le
emergenze ambientali ed il rischio per la salute in un territorio ormai al
collasso restano. I cittadini di
Scandale e di tutta la provincia sono fortemente contrari alla realizzazione
dell’ennesima discarica e se necessario si mobiliteranno ancora una volta per
difendere il territorio e bloccare una
ennesima speculazione economica a scapito dell’ambiente e della salute.
L’appello
che facciamo al sindaco Pingitore è di portare avanti il suo dovere istituzionale
e se non vuole restare da solo favorisca forme di partecipazione popolare e
democratica e ridia al suo comune la connotazione di casa del popolo. Fare la vittima non serve a
risolvere i problemi, ma solo a lavarsi la coscienza.
Articolo
e foto a cura della Redazione del sito Il Cirotano