giovedì 19 dicembre 2013

Comune di Scandale – Attriti tra l’Amministrazione e l’Opposizione

Il Comune di Scandale in una foto pubblicata in passato da Il Cirotano

Scandale, minoranza assente: avviata procedura decadenza

SCANDALE martedì 17 dicembre 2013
 In una lettera datata 13 dicembre 2013 inviata dal Comune di Scandale e indirizzata ai consiglieri di minoranza, Antonio Barberio e Serafina Demme è stato comunicato l’avvio del procedimento per la decadenza dalla carica di consigliere, per la mancata partecipazione alle sedute del Consiglio comunale, ai sensi dell’art.43 del TUEL. In effetti, la legge prevede che qualora i consiglieri comunali si assentano per tre volte consecutive dal Consiglio senza produrre giustificazioni decadono dalla loro carica. Barberio e Demme per la quarta volta consecutiva non si sono presentati ai consessi civici indetti dal sindaco Iginio Pingitore nelle seguenti date: 1 giugno 2013, 30 luglio 2013, 19 ottobre e 30 novembre. Responsabile del procedimento è la segretaria comunale, dr.ssa Stefania Tutino, la quale curerà tutto l’iter. I consiglieri di minoranza entro la fine dell’anno dovranno presentare le motivazioni per cui sono stati assenti, mediante memore scritta, documenti e giustificazioni, l’amministrazione ha in seguito l’obbligo di valutare, analizzare le osservazioni e/o deduzioni presentate al fine di stabilire la fondatezza.

L’adozione del provvedimento finale spetta al Consiglio comunale. Eventuale decadenza i soggetti avranno la possibilità di fare ricorso al T.A.R. Il sindaco Iginio Pingitore ha dichiarato che “è un atto dovuto, i consiglieri di minoranza dopo una campagna elettorale accesa e che sembravano volessero cambiare il volto del paese hanno dimostrato di non avere nessun interesse per il bene della comunità. I fatti lo dimostrano, poiché risultano costantemente assenti dal consesso civico, tranne le apparizioni mediante manifesti rivolti ad attaccare il sindaco e la sua amministrazione che ancora governa da pochi mesi”. E’ un atto dovuto ribadisce ancora il sindaco, “poiché alcuni metodi propagandistici sarebbero ammissibili solo in campagna elettorale, ma il modo civile e democratico per far conoscere le proprie idee rimane sempre il dibattito, ancor di più qualora una persona abbia avuto il consenso popolare e occupa un posto in Consiglio comunale. A tal punto, per eventuali dissensi contro l’amministrazione esiste solo l’aula della casa del popolo per controbattere e non subdoli manifesti appesi al muro, nei bar e per le vie del paese”.

Articolo de Il Cirotano  del 17 dicembre 2013