venerdì 11 ottobre 2013

La Napoli-Portici: prima ferrovia italiana

L’inaugurazione della ferrovia Napoli – Portici in un quadro di Salvatore Fergola

LA PRIMA FERROVIA ITALIANA
La mattina del 3 ottobre 1839, alla presenza di Ferdinando II delle Due Sicilie, viene inaugurata la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana a doppio binario con lunghezza complessiva di chilometri 7, 250.
Tra gli applausi della folla, la locomotiva a vapore “Vesuvio”, di fattura inglese, con otto vagoni e 258 passeggeri, percorre la tratta in nove minuti e mezzo. Quattro anni dopo a costruire i convogli sarà adibito lo stabilimento metallurgico di Pietrarsa, alle porte di Napoli. Un’azienda modello che, come tante altre, verrà penalizzata dall’Unità d’Italia. Come tutti sanno dopo pochi anni ci fu l'occupazione del meridione, perché ai Savoia e ai “Poteri forti” servivano tre cose: soldi, soldati e operai. Infatti, la prima cosa che fece Garibaldi fu quella di prendersi i soldi del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli per portarli ai Savoia. Dopo Garibaldi venne istituita la leva obbligatoria e tutti dovevano andare a combattere per i Savoia. Dopo Garibaldi i meridionali cominciarono ad emigrare perché tutte le industrie del Regno di Napoli erano state smantellate per favorire quelle del Nord. I Savoia introdussero in un sol colpo ben 22 nuove tasse. Emerse il fenomeno del brigantaggio, che lo Stato represse in modo spietato accentuando la frattura con le popolazioni meridionali. Le condizioni di miseria, accompagnate da terribili malattie come la malaria, indussero, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, a una fortissima emigrazione all’estero. Morale della favola: il colpo di grazia al Meridione non lo hanno dato affatto i Borbone ma purtroppo i Savoia. È sotto gli occhi di tutti che da allora il Meridione non si è più risollevato. Ma a scuola i professori (volenti o nolenti) devono insegnare la “vulgata rinascimentale”, cioè la versione dei vincitori.